Infrastrutture irrigue: bando da 9,6 milioni in Emilia-Romagna

Volto a garantire acqua e resilienza alle campagne, l’intervento prevede fondi per opere irrigue e di bonifica con obiettivi ambientali e produttivi

da Ilaria De Marinis
infrastrutture irrigue emilia

In Emilia-Romagna, la gestione dell’acqua diventa una priorità politica e produttiva. Dopo anni segnati da ondate di siccità e cali di resa, la Regione rilancia gli investimenti idrici con il bando SRD08 – Azione 3 “Infrastrutture irrigue e di bonifica”.
Si tratta di una misura inserita nel Complemento di Programmazione dello Sviluppo Rurale 2023-2027, con una dotazione di 9,6 milioni di euro cofinanziata dal FEASR. Il fine è chiaro: rafforzare la sicurezza idrica delle aree agricole, migliorare le reti di distribuzione e contribuire alla transizione ecologica del comparto.

Bando infrastrutture irrigue: cosa finanzia

Gli interventi ammissibili spaziano da creazione e ampliamento di invasi interaziendali o collettivi fino al miglioramento e alla manutenzione straordinaria di reti di adduzione e distribuzione extra-aziendali. L’obiettivo è duplice:

  • immagazzinare acqua nei periodi di disponibilità per ridurre i prelievi in stagione irrigua;
  • ottimizzare l’uso della risorsa grazie a sistemi di gestione più efficienti e digitalizzati.

Tra le spese riconosciute figurano:

  • la realizzazione o il potenziamento di invasi e condotte;
  • le opere accessorie e di sicurezza;
  • la costruzione di impianti fotovoltaici galleggianti per alimentare le pompe e ridurre il fabbisogno energetico;
  • le spese tecniche di progettazione e collaudo, nel limite del 10% del costo totale.

Gli impianti dovranno rispettare i criteri ambientali europei: vietati gli interventi che comportino impatti negativi sui corpi idrici, sulle falde o sulla biodiversità. Ammissibili invece i progetti che impiegano acque reflue depurate o piovane, in linea con il Regolamento (UE) 2020/741.

infrastrutture irrigue 1

Chi può accedere e quanto si può ottenere

Il bando è destinato ai Consorzi di scopo costituiti da imprese agricole dell’Emilia-Romagna. Ogni consorzio deve essere già formalmente istituito al momento della domanda, con uno statuto che definisca ruoli e impegni dei soci. Non è previsto un numero minimo di aziende aderenti, ma il progetto deve avere un impatto territoriale reale e condiviso.

Il contributo copre fino all’80% della spesa ammissibile, per progetti compresi tra 100mila e 1,6 milioni di euro. La quota può essere integrata da ulteriori sostegni pubblici o crediti d’imposta fino al 20%, nel rispetto del limite massimo del 100% di intensità di aiuto.
Sono esclusi gli interventi che non prevedono un collegamento diretto tra invaso e rete di distribuzione, l’acquisto di macchinari usati, le spese di personale e le manutenzioni ordinarie.

Valutazione, tempi e modalità

La selezione delle domande seguirà una griglia di punteggi che valorizza la qualità tecnica e ambientale dei progetti. Tra i criteri principali:

  • localizzazione in aree rurali svantaggiate, dove la fragilità idrica è maggiore;
  • numero di aziende coinvolte e superficie irrigata (SAU);
  • efficienza e risparmio idrico potenziale;
  • presenza di impianti fotovoltaici o opere di mitigazione ambientale.

Le domande di sostegno dovranno essere presentate esclusivamente online tramite il Sistema Informativo Agrea (SIAG) entro il 22 ottobre 2025.

Per ulteriori dettagli, si rinvia al sito ufficiale.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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