Il Tar di Bari ha sospeso l’eradicazione di 37 ulivi – tra i quali numerosi ulivi secolari – in agro di Ostuni, infetti da Xylella. Secondo i giudici del tribunale amministrativo regionale per ora è sufficiente “procedere alla capitozzatura delle branche principali, all’innesto di cultivar resistenti e al monitoraggio del vettore”.
Da una parte la volontà di preservare gli ulivi monumentali, dall’altro la necessità di frenare la diffusione di Xylella fastidiosa. A decidere, con sei diverse ordinanze, il tribunale amministrativo regionale con la sospensione dei provvedimenti con cui, nei mesi scorsi, la Regione Puglia aveva prescritto il contenimento della diffusione del batterio attraverso l’estirpazione di 37 ulivi monumentali infetti nelle campagne di Ostuni (Br).
Stando a quanto pubblicato in una nota, per il Tar di Bari è ammissibile un’alternativa all’espianto: la capitozzatura e l’innesto di cultivar resistenti.
I proprietari, però, dovranno dare “attuazione concreta delle misure alternative all’abbattimento, entro e non oltre il 30 giugno 2022“.
Secondo i giudici, “il punto di equilibrio tra le opposte esigenze sembra potersi individuare nelle misure fitosanitarie alternative che la stessa Regione Puglia ha riconosciuto potersi praticare in relazione agli ulivi monumentali, i quali godono di speciale tutela”. Sempre i giudici hanno inoltre evidenziato che “sussiste senz’altro il pericolo di un pregiudizio grave e irreparabile che deriva dalla drasticità della misura di abbattimento contestata”, ma “la concessione della tutela cautelare deve essere subordinata all’attuazione concreta delle misure alternative all’abbattimento”.
Una decisione che ha fatto discutere, sollevando pareri contrastanti. Tra questi, quello di Franco Nigro, Professore ordinario di Patologia vegetale dell’Università di Bari.
“Quella sentenza apre solo a false speranze: non esistono contro la Xylella interventi curativi” ha dichiarato. “Qui si sta facendo quasi il “gioco dell’oca”: torniamo sempre al punto di partenza, mettendo in discussione gli abbattimenti, e intanto il batterio ormai ha creato conseguenze drammatiche ovunque, anche in provincia di Brindisi. La misura del sovrainnesto poteva avere un senso nella Piana dei Monumentali quattro o cinque anni fa. Ora – ha spiegato Nigro – la ritengo una soluzione tardiva e rischiosa”.
Analogo il dissenso espresso da Tommaso Battista, presidente della Copagri Puglia, che in una nota ha infatti rimarcato la “totale contrarietà alla sospensione dell’estirpazione degli alberi infetti” sancita dal Tar di Bari.
“Gli ulivi secolari sono patrimonio di tutti e bisogna senza ombra di dubbio adoperarsi e fare ogni possibile sforzo per salvaguardarli – spiega – al netto di questo, riteniamo che dopo ben dieci anni dalla scoperta in Puglia della Xylella fastidiosa, e dalla certezza che quest’ultima fosse presente addirittura da diverso tempo prima, debba essere la scienza a dare le risposte delle quali necessitano gli agricoltori e tutti i cittadini amanti dello straordinario paesaggio della nostra Regione”.
“Al netto di queste considerazioni – prosegue – è impensabile continuare a proporre la pratica degli innesti, che come chiarito da numerose pubblicazioni sul tema non ha alcuna evidenza scientifica”.
“Lo stesso Servizio fitosanitario regionale – ricorda il presidente – nell’atto relativo al protocollo innesti aveva chiarito che non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino l’efficacia di questa pratica e che anzi una eventuale operazione di questo tipo presenti margini di rischio non quantificabili, dovuti a mancanza di osservazioni di lungo periodo sulla tenuta della resistenza e sulla tenuta del germoplasma delle due varietà attualmente individuate come resistenti, ma non immuni, ovvero Leccino e FS17”.
In ogni caso, la questione sarà trattata nuovamente nel merito nell’udienza prevista per il prossimo 15 dicembre.
Nel frattempo, però, i proprietari dei 37 ulivi monumentali risultati infetti da Xylella fastidiosa nelle campagne di Brindisi non dovranno eradicare le piante, ma dare attuazione concreta delle misure alternative all’abbattimento entro il prossimo 30 giugno.
Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com