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Olivo e olio

Saissetia oleae: come intervenire?

La cocciniglia mezzo grano di pepe è un fitofago dell'olivo, la cui dannosità è maggiore nelle aree temperate

da Silvia Seripierri 21 Luglio 2022
21 Luglio 2022
saissetia-oleae
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La cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) è uno dei fitofagi dell’olivo e risulta dannosa nelle aree temperate dove i fattori biotici e abiotici ne agevolano la presenza. 

Di norma la cocciniglia Saissetia oleae compie una generazione l’anno, ma negli oliveti irrigui e con valori di temperatura mite può avviare anche una seconda generazione, quasi mai portata a termine entro l’anno.

La deposizione delle uova avviene solitamente a maggio-giugno, per cui nei mesi di luglio e agosto si ha la presenza delle neanidi di prima età. Dopo una prima fase iniziale, le neanidi si allontanano dalla madre e si fissano sui rametti e sulle foglie, dove preferiscono insediarsi in prossimità della nervatura principale.

saissetia oleae

Altri individui, grazie al loro peso ridotto e alla forma appiattita, possono anche colonizzare nuove piante che raggiungono lasciandosi trasportare dalle correnti d’aria. In autunno, poi, le neanidi di terza età si spostano dalle foglie ai rametti per portare a termine il proprio ciclo. 

Tutti gli stadi attivi di S. oleae possono arrecare danni diretti, perché praticano delle punture di alimentazione sui rami e sulle foglie su cui si insediano.

Ne deriva, quindi, che la sottrazione di linfa causa il deperimento della pianta e il disseccamento dei rametti. In funzione dell’entità dell’infestazione e delle condizioni microambientali, poi, anche la produzione può subire delle riduzioni così come, in caso di infestazioni eccessive, anche le produzioni degli anni successivi possono diminuire fortemente o essere pari a zero.

Altro danno arrecato da S. oleae è correlato alla produzione di melata che, richiamando le formiche, favorisce l’insediamento delle fumaggini. La pianta, di conseguenza, riduce il metabolismo fotosintetico e le foglie, che hanno un tasso di respirazione più basso per la presenza di fumaggini, cadono prematuramente.

Per il controllo di questo patogeno non sono molte le strategie e le tecniche a disposizione.

Con riferimento al Disciplinare della Regione Puglia 2022, infatti, è consentito il solo utilizzo di olio bianco minerale e di Fosmet. Il primo è ammesso in biologico, mentre il secondo è stato revocato e il suo utilizzo è consentito solo fino all’1 novembre 2022. Tutti gli interventi devono essere programmati considerando come soglia di intervento la presenza in estate di 5-10 neanidi per foglia così come, in tale contesto, è importante considerare e favorire la presenza di insetti utili che potrebbero perire a seguito dei trattamenti.

Tra le tecniche di lotta meno invasive, dunque, rientra sicuramente la lotta agronomica, intesa come corretta gestione agronomica dell’oliveto. Sono buone pratiche di gestione agronomica la razionalizzazione delle concimazioni, soprattutto azotate, e le potature estive. I tagli di potatura in estate, infatti, permettono il passaggio della luce tra i rami evitando così gli ombreggiamenti che agevolano il fitofago. 

La sempre minore disponibilità di sostanze attive e l’interesse per le strategie di lotta biologiche hanno interessato gli olivicoltori da decenni. Ricordiamo, a tal proposito, lo studio “Current status of Saissetia oleae biological control in Sardinia” del Professor Gavino Delrio e del Professor Cipriano Foxi dell’Università di Sassari, in Sardegna.

Lo studio prevede il monitoraggio del tasso di parassitizzazione e della presenza dei due insetti parassitoidi Metaphycus hevolvus e Metaphycus lounsburyi, introdotti nell’areale sardo negli anni ‘80.

M. hevolvus è un endoparassitoide solitario che infesta le ninfe di S. oleae di II e III stadio, mentre M. lounsburyi è un endoparassitoide gregario che si sviluppa su ninfe di III stadio, femmine non ovopositrici e ovopositrici.

Oggi questi due parassitoidi sono ben consolidati e forniscono un certo grado di controllo, coagendo con altri nemici naturali. Tra questi nemici naturali ricordiamo le specie di coccinella Chilocorus bipustulatus, Exochomus quadripustulatu, gli imenotteri Scutellista cyanea, Moranila californica, Coccophagus spp. e Diversinervus spp. e il lepidottero Eublemma scitula.

Come emerso dallo studio condotto in Sardegna, il tasso di parassitizzazione delle ninfe è variabile, molto probabilmente in funzione dei fattori climatici che determinano la sopravvivenza e l’efficacia del parassitoide. A queste cause si aggiungono, poi, anche gli effetti collaterali dei trattamenti insetticidi mirati al controllo della mosca dell’olivo e l’inadeguata sincronizzazione dell’ospite in alcuni anni.

Al momento, dunque, la disponibilità di mezzi per il controllo del fitofago non è ampia, ma è interessante portare in luce il recente aggiornamento n.32 della Regione Puglia su “Norme ecosostenibili per la difesa fitosanitaria e il controllo delle infestanti delle colture agrarie nella Regione Puglia 2022” del 26 Maggio 2022.

L’aggiornamento, infatti, ha disposto la possibilità di utilizzare prodotti a base di Flupyradifurone anche per il controllo di Saissetia oleae.

Si apre, così, una nuova strada per gli olivicoltori che possono ora contare sulla disponibilità di un nuovo strumento che, assorbito dalla vegetazione, traslocato sistematicamente e redistribuito per via translaminare alla pianta, assicura un meccanismo d’azione specifico per il patogeno target. 

 

Silvia Seripierri
© fruitjournal.com

 
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