Un team di esperti italiani ha condotto per due anni una ricerca, dimostrando che è possibile ottenere un significativo risparmio idrico modulando il microclima e la gestione del suolo nei pescheti.
Pescheti condotti in ambiente protetto o con pacciamatura mostrano una riduzione delle perdite della risorsa irrigua dai sistemi di coltivazione, registrando inoltre un aumento dell’efficienza d’uso dell’acqua.
Lo studio realizzato da Pasquale Campi, ricercatore presso il Crea di Bari, con i professori Liliana Gaeta, Marcello Mastrorilli e Pasquale Losciale dell’Università degli studi di Bari, è stato condotto in un pescheto tardivo (cv. California).
L’obiettivo è stato, per l’appunto, indagare le conseguenze dell’effetto combinato di approvvigionamento idrico (irrigazione completa o stress idrico controllato), apporto di luce attraverso rete antigrandine o ombreggiante e gestione del suolo (dissodamento o pacciamatura) su:
– microclima;
– crescita dei frutti;
– resa;
– produttività dell’uso dell’acqua per l’irrigazione;
– coefficiente di stress idrico del suolo.
Analizzando i risultati, la gestione innovativa presentava rete antigrandine + lavorazione del terreno + irrigazione totale.
Copertura con rete antigrandine
Nel caso della copertura con rete antigrandine, si è registrato un calo della temperatura dell’aria (−1°C), della velocità del vento (−57%) e dell’irraggiamento solare (−32%), mentre l’umidità relativa dell’aria è significativamente aumentata (+ 9,5%).
Irrigazione + rete antigrandine ombreggiante + pacciamatura
Questo tipo di conduzione, rispetto al controllo, ha mostrato una riduzione dei volumi stagionali di acqua irrigua (−25%) e un incremento di resa (+36%) e produttività dell’uso dell’acqua per l’irrigazione (+ 53%).
La sperimentazione ha quindi dimostrato come il risparmio della risorsa idrica senza ricadute negative sulla resa sia un obiettivo raggiungibile anche per gli impianti di pesco posti in areali a clima mediterraneo. Tuttavia, oltre a una gestione corretta della risorsa idrica è consigliabile effettuare la pacciamatura e impiegare una rete ombreggiante.
Nel caso degli alberi di pesco, fattori come la scelta di varietà a maturazione tardiva o di una irrigazione volta a provocare periodi temporanei di deficit idrico del suolo possono migliorare la produttività dell’uso della risorsa idrica, ma anche innescare una diminuzione della resa.
In definitiva, l’utilizzo di determinate tecniche agronomiche – quali l’impiego di reti ombreggianti o antigrandine e pacciamatura del terreno – specie se utilizzate congiuntamente, si è dimostrato lo strumento più efficace per ridurre i volumi irrigui, ottimizzando quantità e qualità delle rese.
Attraverso un’adeguata gestione agronomica delle colture, anche in zone a clima mediterraneo, sarebbe quindi possibile ridurre i volumi dell’acqua di irrigazione.
I risultati ottenuti sulla modulazione del microclima e sulla gestione del suolo del frutteto aprono così nuove strade per ulteriori ricerche volte a valutare la risposta della pianta (in termini di fisiologia, resa dei frutti e qualità) a tecniche combinate che prevedano l’uso razionale della risorsa idrica.
Se vuoi approfondire, leggi lo studio completo cliccando qui.
Campi_et_al_2020_fpls-11-01052.pdf