Parassiti del noce: quali novità ci sono?

Tra i parassiti del noce alcuni destano maggiori preoccupazioni: tra questi, i lepidotteri, per i quali diverse sono le strategie di controllo

da Silvia Seripierri
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La Dott.ssa Tania Zaviezo del PUC (Pontificia Universidad Católica de Chile) si è dedicata allo studio di parassiti del noce, con l’intento di trovare metodi alternativi e validi per il loro controllo. Di particolare interesse sono soprattutto le tignole che occupano i primi posti per importanza e pericolosità.

Passando in rassegna i primari parassiti del noce, troviamo:

  • la tignola del melo Cydia pomonella,
  • la tignola del carrubo Apomyelois ceratoniae,
  • la cocciniglia di San José Comstockaspis perniciosa,
  • il ragnetto rosso Tetranychus urticae,
  • l’acaro rosso europeo Panonychus ulmi,
  • l’afide del noce Chromaphis juglandicola.

Tra tutti, i più importanti sono i primi due, ovvero le tignole che causano i maggiori danni a carico dei frutti. “Nessuno di questi parassiti del noce desta grandi problematiche, ma esistono comunque valide alternative e possibilità per effettuare il controllo nel migliore dei modi” – specifica la Dott.ssa Tania Zaviezo.

Cydia pomonella

Il lepidottero C. pomonella è uno degli insetti più dannosi per le pomacee. La presenza del patogeno si rileva, però, anche sui frutti del noce, sui quali i maggiori danni sono ascrivibili e connessi alla formazione di macchie sul mallo.

Danno causato da Cydia pomonella sul mallo di una noce.

Controllo chimico

In passato erano validi i prodotti chimici a base di organofosfati e piretroidi. Entrambe le categorie sono state revocate, anche a causa della loro scarsa selettività: i piretroidi – per esempio – non agiscono esclusivamente sugli individui di C. pomonella, ma anche sui nemici naturali utili per il controllo di afidi e acari del noce.

Altra possibilità per effettuare un controllo efficace è l’uso di regolatori della crescita che simulano il ruolo di alcuni ormoni degli insetti. Il loro svantaggio rispetto ai classici agrofarmaci è una minore persistenza, che si traduce in un maggior numero di applicazioni necessarie per il controllo di una sola generazione.

Controllo biologico

L’introduzione dei feromoni ha aperto nuove possibilità per il controllo, poiché questi sono in grado di ostacolare gli accoppiamenti e quindi la riproduzione dell’insetto. Il principale svantaggio correlato al loro impiego è la dimensione dei frutteti di noce, troppo grandi perché le somministrazioni di feromoni siano efficaci. Risultati soddisfacenti sono tuttavia possibili ricorrendo a tecnologie aerosol e puffers, che emettono goccioline microscopiche di feromone in grado di percorrere grandi distanze.

Per utilizzare correttamente queste nuove tecnologie è sufficiente impiegare 1-2 erogatori a ettaro, che devono essere necessariamente integrati con somministrazioni di insetticidi sui bordi dei frutteti. L’obiettivo è impedire l’ingresso di individui femminili provenienti dai frutteti contigui, in cui non si effettua controllo con feromoni.

Sul mercato sono poi disponibili anche prodotti a base microbica, quali virus e batteri.

A tal proposito, la Dott.ssa Zaviezo sottolinea che “i prodotti a base di Bacillus thuringiensis sono popolari grazie ai buoni risultati riscontrati su vite e altri alberi da frutto”.

“In combinazione con i feromoni, B. thuringiensis – aggiunge – produce grandi risultati nel fronteggiare il problema della Lobesia botrana. L’impiego su noce potrebbe consentire l’ottenimento di buoni risultati, ma è sempre necessario il monitoraggio per verificare la presenza di infestazioni sui frutti”.

Altro strumento disponibile e consentito è l’olio minerale, efficace soprattutto sulle uova di C. pomonella. In questo caso, però, è bene effettuare più applicazioni, così come è necessario riporre la massima attenzione nel direzionare la somministrazione: le uova, non muovendosi, devono essere direttamente raggiunte dal prodotto.

Interessante è anche l’impiego di nematodi entomopatogeni, per i quali applicazioni invernali al livello del tronco possono essere utili contro le larve svernanti: i nematodi penetrano e parassitizzano queste larve.

Infine, un altro strumento potenzialmente utile per il controllo di C. pomonella è la caolinite.

Apomyelois ceratoniae

La tignola Apomyelois ceratoniae, storicamente associata al carrubo europeo, ma oggi anche a noceti e mandorleti, è un patogeno economicamente rilevante sui frutti di noce.

Studi sul ciclo biologico dell’insetto, infatti, hanno messo in luce la particolare predilezione di A. ceratoniae per i frutti già precedentemente infestati da C. pomonella: A. ceratonie si avvantaggerebbe dei fori precedentemente praticati sui frutti dalle larve di C. pomonella per insediarsi al loro interno e infestarli.

Altra fonte di insediamento per l’insetto è rappresentata anche dai frutti mummificati sia che si tratti di quelli ancora presenti sull’albero sia di quelli ormai caduti al suolo.

I danni prodotti dalla larva di A. ceratoniae si hanno direttamente a carico dei frutti, che non saranno commercializzabili.

Tuttavia, problemi sono stati riscontrati anche in magazzino su frutta secca. Ai fini del controllo, è dunque importante l’ispezione dei frutti per identificare la larva e capire se si tratta di A. ceratoniae o di C. pomonella. Questa analisi risulterà fondamentale soprattutto in fase di raccolta, in modo da avere indicazioni sulla potenziale pressione di parassiti del noce che si avrà la stagione successiva. Allo stesso modo, durante l’inverno, è importante ispezionare i frutti mummificati che rimangono sulle piante, potenziali ospiti del patogeno.

La chiave per un buon risultato consiste nell’eliminazione dei residui e di tutto ciò che può costituire fonte di infestazione.

Tra i diversi e possibili metodi di controllo rientra anche l’utilizzo di trappole con estratti di mandorla capaci di attrarre le femmine e stimolare la loro ovideposizione all’interno delle trappole stesse. In questo modo è possibile tenere sotto controllo l’ovideposizione e programmare gli interventi necessari.

Altra strategia di controllo è l’utilizzo di trappole a base di feromoni per monitorare lo sviluppo del parassita durante la stagione e ottimizzarne il controllo.

In ogni caso, come chiarito dalla Dott.ssa Zaviezo, “Il controllo tardivo sui frutti con prodotti chimici è del tutto discutibile rispetto all’impiego di nemici naturali”.

A tal proposito, tra i nemici naturali, il più promettente sembra essere la vespa Goniozus legnieri capace di parassitizzare anche larve di altri lepidotteri, quali C. pomonella e Lobesia.

Analogamente, anche la vespa Mastrus ridens può risultare molto efficace per il controllo biologico di C. pomonella. In ultima analisi, alla lista dei prodotti e dei nemici naturali utili per il controllo biologico si aggiunge anche il Bacillus thuringiensis che ha dimostrato buona efficacia su Apomyelois ceratoniae.

 

Silvia Seripierri
©fruitjournal.com

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