Tutti pazzi per la frutta secca, coprattutto per noci mandorle e arachidi: secondo uno studio Ismea, l’Italia si conferma il quinto maggiore importatore mondiale e il decimo esportatore mondiale.
Sul podio delle preferenze degli italiani noci mandorle e arachidi.
Crescono i consumi di frutta secca in Italia: secondo l’ultimo studio Ismea, basato sulle statistiche della banca dati Consumer Panel di Nielsen, è la noce il prodotto più amato dagli italiani, seguita da mandorle e arachidi.
Uno studio Ismea, basato sulle statistiche della banca dati Consumer Panel di Nielsen, rivela che nel 2020 si è registrato un aumento degli acquisti di frutta a guscio (+5,6%). La spesa è cresciuta dell’8,6% sostenuta dall’aumento del prezzo medio (+2,8%) del mix di prodotti che compone la categoria “Frutta a guscio”. Ancora nel 2020, rispetto all’anno precedente, sono aumentati gli acquisti in quantità di mandorle, nocciole, castagne e anacardi. Per quanto concerne i prezzi medi al dettaglio, gli aumenti più consistenti hanno interessato noci e pinoli. Di contro, le castagne e le mandorle hanno registrato un lieve decremento del prezzo medio.
Complessivamente, in base ai dati Nielsen, noci, arachidi e mandorle concentrano il 62% della spesa e il 73% degli acquisti in quantità di frutta a guscio.
Nello specifico, la noce, nel 2020 – anno dello scoppio della pandemia – ha aggregato circa il 32% degli acquisti in valore della categoria e il 42% in termini di quantità. La mandorla, invece, si è fermata alle quote del 21% in valore e del 16% in volume. Occorre comunque rilevare come gli acquisti di questo prodotto abbiano registrato una forte crescita, prossima al 20%, rispetto al 2019. Infine, sul terzo gradino del podio si posiziona l’arachide che ha generato circa il 12% del giro d’affari della categoria, per una quota in volume pari al 19% del totale.
Per quanto riguarda gli altri prodotti, invece, lo studio rileva un deciso aumento degli acquisti di nocciole (+25%) e castagne (+27%) che pesano rispettivamente per il 7% e il 3% della spesa della categoria.
Secondo il report Ismea, però, negli ultimi anni le mandorle stanno riscuotendo un buon successo anche nel consumo tal quale. D’altra parte, la produzione nazionale non è sufficiente a coprire la domanda. Analogo il discorso per le noci la cui produzione non riesce a coprire la domanda interna.
In merito a dimensione e struttura della filiera produttiva italiana, l’Italia per Ismea si conferma il quinto maggiore importatore mondiale e il decimo esportatore mondiale, con un saldo commerciale negativo di 745 milioni di euro nel 2020.
Nello specifico, i principali mercati di approvvigionamento dell’Italia sono: USA (mandorle, noci e pistacchi); Turchia (nocciole); Cile (noci) e Spagna (mandorle).
I principali mercati di sbocco, invece, sono quelli dell’Ue, con la Germania sopra tutti che da sola assorbe il 29% delle esportazioni italiane. Segue la Francia con 134 milioni di euro, circa un quinto delle esportazioni italiane.
Ilaria De Marinis
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