Niente cieli soleggiati e distese verdeggianti per questo equinozio di primavera 2021. In tutto il Sud Italia a inaugurare la nuova stagione solo campi imbiancati e gravi gelate.
Puglia, Sicilia, Calabria: nel corso del weekend tutto il Sud Italia è stato investito dall’ondata di maltempo che ha fatto abbassare la colonnina di mercurio, provocando neve e gelo, con inevitabili danni sulle colture primaverili.
A destare maggiori preoccupazioni, la situazione in Puglia, dove gli alberi da frutto sono stati coperti di neve nelle province di Foggia, BAT e Bari con il rischio di gravi gelate che potrebbero compromettere il raccolto di frutti e ortaggi primaverili ed estivi.
“Sul Gargano, negli agri di Spinazzola, Gravina e Poggiorsini e in vaste aree della Puglia – denuncia Coldiretti Puglia – a preoccupare è l’improvviso abbassamento della temperatura di 10 gradi sulle piante in fiore e i campi di grano, con effetti disastrosi sulla raccolta primaverile ed estiva dei frutti e sul prossimo raccolto di grano, con le campagne innevate e lo shock termico sulle piante”.
“La finta primavera delle ultime settimane in Puglia è un fenomeno che ormai si ripete ogni anno con mandorli, albicocchi e peschi fioriti prima del tempo – aggiunge Coldiretti Puglia – sottoposti a un “risveglio” anticipato, con fioriture anomale registrate già a partire da gennaio, che si alterna a neve e gelo, con il rischio che il brusco abbassamento della colonnina di mercurio comprometta le fioriture”.
Quest’ultimo colpo di coda invernale rischia, infatti, di provocare uno shock termico alle coltivazioni. Specie se si tiene conto che quello 2020-21 è stato per l’Italia l’inverno tra più caldi dal 1800, con temperature registrate addirittura superiori di 1,08 gradi rispetto alla media storica di riferimento. Fattore che, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, ha favorito il risveglio della vegetazione ora più sensibile al grande freddo.
“Un vero e proprio gelicidio per i fiori delle piante completamente bruciati – sottolinea la Coldiretti – con la produzione di frutta compromessa in maniera irreversibile e un intero anno di lavoro perduto”.
Lo sbalzo termico di questi giorni, inoltre, determina inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra.
“Siamo di fronte agli effetti del mix micidiale tra cambiamenti climatici e aumento di eventi estremi che si abbattono sul territorio – sottolinea la Coldiretti regionale – un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato e dalla cementificazione che nell’ultimo decennio ha provocato danni per oltre 3 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti”.
Come ribadito dall’associazione, infatti, il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%).
A questo bisogna poi aggiungere le perdite economiche dovute proprio alle calamità naturali, negli ultimi 50 anni aumentate di tre volte per frequenza, intensità e complessità in tutta la Penisola.
Secondo un nuovo rapporto della Fao, inoltre, è l’agricoltura il settore su cui si riversa la maggior parte delle perdite economiche e dei danni causati dalle calamità, assorbendo da sola il 63% delle conseguenze dei disastri naturali. Si tratta di emergenze che non solo mietono vittime, ma distruggono anche i mezzi di sussistenza agricoli con ripercussioni economiche negative a livello di singole famiglie, comunità, nonché sul piano nazionale e regionale.
Stando a quanto rilevato dalla Fao, tra il 2008 e il 2018 le calamità naturali sono costate ai settori agricoli delle economie dei Paesi in via di sviluppo oltre 108 miliardi di dollari in termini di danni o perdite a livello di produzione agricola e animale. Danni che, tra l’altro, possono essere particolarmente deleteri per la sopravvivenza dei piccoli produttori e degli agricoltori, pastori e pescatori di sussistenza.
Allo stesso modo, anche Coldiretti Puglia denuncia gli effetti disastrosi del clima “che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante”. “Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione – afferma Coldiretti Puglia – per questo bisogna rivedere anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi”.
Di qui l’appello lanciato da Coldiretti a rivedere profondamente gestione del rischio e assicurazioni in agricoltura, assai incidenti sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. “I fenomeni estremi – conclude Coldiretti – oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine”.
Ilaria De Marinis
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