L’avocado (Persea americana) è una coltura originaria dell’America Centrale che ben si adatta bene ai climi tropicali e subtropicali, questa versatilità ne rende possibile la coltivazione nelle regioni dal clima tipicamente mediterraneo come l’Italia. Tuttavia, in queste aree geografiche la disponibilità di acqua nei periodi estivi è piuttosto limitata, soprattutto negli ultimi tempi, a causa della crescente carenza di risorse idriche. Per questo motivo, nel bacino del Mediterraneo, le risorse idriche rappresentano oggi il principale fattore limitante per la produzione e, per far fronte a questa criticità risulta indispensabile migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua. Nelle circostanze attuali, infatti, è sempre più rilevante l’esigenza di adottare cambiamenti nelle tecniche irrigue applicate nella coltivazione dell’avocado, sostituendo i sistemi tradizionali di irrigazione con sistemi – come il deficit idrico controllato – che riducano il consumo e massimizzino l’efficienza d’uso dell’acqua.
Un recente studio ha esaminato il ruolo della tecnica del deficit idrico controllato per affrontare la crescente scarsità d’acqua, concentrandosi sulla coltivazione dell’avocado nell’area del mediterraneo.
Poiché l’albero di avocado è originario delle regioni subtropicali e tropicali umide con abbondanti precipitazioni, la sua coltivazione nell’area mediterranea – caratterizzata da precipitazioni scarse e irregolari – richiede un’irrigazione supplementare per coprire il suo fabbisogno idrico. Tuttavia, la disponibilità limitata di acqua rende necessario ottimizzare l’uso di questa preziosa risorsa. L’irrigazione in deficit controllato è emersa come una strategia promettente per massimizzare l’efficienza idrica, si tratta di una tecnica irrigua che concentra la distribuzione dell’acqua durante le fasi di maggiore sensibilità della pianta, escludendola completamente o quasi nei restanti periodi, riducendo il consumo complessivo di acqua.
Lo stress idrico influisce negativamente su fisiologia e produttività delle piante, in particolar modo sull’avocado, specie vegetale particolarmente reattiva alla mancanza o all’eccesso di acqua. Tuttavia, la coltivazione in condizioni di deficit idrico può portare a una perdita di resa accettabile, mentre il risparmio idrico ottenuto può essere significativo. Risulta quindi importante adottare approcci oculati per mantenere la resa e la qualità della produzione, nonostante lo stress idrico.
La tecnica dell’irrigazione deficitaria può avere un impatto su tutti i processi morfologici e fisiologici delle piante, in particolare se la durata e la gravità dello stress sono intense, il che in definitiva influisce sulla resa dei raccolti. Da alcune sperimentazioni effettuate in ambiente mediterraneo è stato dimostrato che la coltura dell’avocado ha un certo grado di tolleranza allo stress idrico, con l’applicazione di un’irrigazione deficitaria basata sul 40-60% del fabbisogno idrico della pianta durante la stagione di crescita, la resa dell’avocado è stata ridotta del 30%.
Recentemente, sono state effettuate delle sperimentazioni in Spagna, lo stress idrico imposto attraverso irrigazioni basate su frazioni di riduzione del 33, 50 e 75% del fabbisogno idrico, rispetto agli alberi di controllo (100%) ha provocato perdite di rendimento del 33, 19 e 8%, rispettivamente. Al contrario, stando ai risultati ottenuti da altri studi, lo stress idrico ha portato ad un ritardo e ad una resa disomogenea nella maturazione dei frutti di avocado post-raccolta. In alcuni casi, il ritardo della maturazione dei frutti è stato addirittura la conseguenza di un aumento in termini percentuali della resa di olio ottenibile dai frutti di avocado.
È stato stabilito che su impianti di avocado della cultivar Hass, la frequenza di irrigazione ideale era di 21 giorni. In questo senso, gli alberi sottoposti a stress idrico hanno prodotto frutti di dimensioni ridotte ma con un maggiore contenuto di acidi grassi omega-3 e omega-6, nonché di acidi grassi insaturi (oleico).
Oltre alla maggiore efficienza dell’acqua, è stato dimostrato che il deficit idrico controllato, applicato alla coltura dell’avocado può innescare nella pianta dei meccanismi di maggiore tolleranza nei confronti di alcuni patogeni, come è stato verificato per Rosellinia necatrix. Pertanto, l’applicazione dell’irrigazione deficitaria potrebbe potenzialmente innescare la tolleranza al marciume bianco lanoso sulle piante di avocado.
Studi futuri dovrebbero concentrarsi sullo sviluppo di portinnesti di avocado più resistenti allo stress idrico e sull’identificazione dei meccanismi fisiologici coinvolti nella tolleranza allo stress idrico. Queste ricerche potrebbero portare allo sviluppo di piante più adattabili e resilienti, contribuendo così alla sostenibilità della coltivazione dell’avocado nel Mediterraneo.
Donato Liberto
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