Platynota stultana: segnalata presenza in Italia

Segnalata per la prima volta in Italia la presenza di questo parassita che interessa numerose colture ortofrutticole, tra cui agrumi, pere, pesche peperoni e uva

da uvadatavoladmin

Segnalata per la prima volta in Italia la presenza di Platynota stultana, specie altamente polifaga, che interessa oltre 100 specie di piante in 30 diverse famiglie, tra cui piante da giardino e numerose colture ortofrutticole.

A darne notizia è il servizio di monitoraggio della Eppo nel report relativo a marzo 2023. Dopo la notizia della cattura di due esemplari in Puglia da parte di un entomologo diffusa su un forum online, tra maggio e ottobre 2022, alcuni ricercatori hanno avviato una serie di attività di monitoraggio in due località della Puglia e tre località nel vicino Molise.

Come sottolineato dagli studiosi, l’intercettazione di Platynota stultana in Inghilterra, Olanda e Germania e la sua introduzione in Spagna e Italia dimostrano che questa specie ha il potenziale per entrare e stabilirsi nelle aree meridionali e mediterranee dell’Europa.

Considerata anche la ricaduta economica che si potrebbe avere, i ricercatori hanno dunque avviato l’indagine. Questa ha previsto l’impiego di trappole a imbuto innescate con feromone sessuale che sono state controllate ogni 15-20 giorni. Durante ogni intervallo di tempo è stato inoltre fatto un tentativo di raccogliere il parassita attraverso rete entomologica e trappola luminosa. Stando a quanto riportato, sono stati catturati 11 esemplari di P. stultana. Di questi 10 in agro di Manfredonia (FG), tra agosto e ottobre 2022, e uno nella BAT, in agro di Margherita di Savoia, nell’agosto 2022.

Morfologia

Presente in Europa dal 2009, l’onnivoro ruggifoglie P. stultana è un lepidottero della famiglia Tortricidae, considerato un grave parassita delle piante in serra e dei vigneti.
Gli adulti presentano una lunghezza alare anteriore di 4,5–7,0 mm nel maschio e 6,5–9,0 mm nella femmina. Nel maschio l’ala anteriore è bicolore: scura brunastro nella metà basale e marrone dorato nella parte distale metà. Nella femmina, i segni delle ali anteriori sono più uniformi dal dorato marrone al bruno scuro. In entrambi i sessi, le ali posteriori sono marrone chiaro con frangia color crema.
Le uova sono piccole e appiattite. In generale, ogni femmina può deporre oltre 300 uova durante la sua vita.
Per quanto riguarda le larve, invece, la testa va dall’ambra allo scuro bruno, spesso con banda genale scura e una macchia stemmatica scura. Lo scudo toracico è concolore alla testa con margini laterali e posteriori più scuri.
In ultimo, le pupe sono di colore marrone scuro e possono avere lunghezza di 12-15 mm.
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Piante ospiti

Le larve di P. stultana sono polifaghe, capaci di nutrirsi di piante appartenenti a più di 30 famiglie, tra piante ornamentali e colture agricole. Storicamente, i danni sono stati segnalati principalmente su erba medica, agrumi, mais, cotone, uva, pesche, pere e peperoni. Dal 1970, P. stultana è stata riconosciuta come importante parassita di agrumi, garofani, cotone, uva, rose e peperoni.

Biologia e danni da Platynota stultana

La femmina di P. stultana si accoppia e inizia a deporre le uova che, nel giro di una settimana circa, si schiudono. A questo punto, le larve si muovono verso la parte superiore della pianta e si nutrono delle gemme. Negli stadi successivi, si nutrono all’interno di un rifugio costruito con foglie arrotolate o piegate, dove avviene l’impupamento. In media, P. stultana compie dalle cinque alle sei generazioni dal periodo primaverile a quelle autunnali.
Il danno causato da P. stultana è sconosciuto, poiché lo sono anche i danni causati da altri parassiti dei lepidotteri presenti nelle serre. In generale, si riscontrano danni sulla superficie di agrumi, peperoni, melograni e altri frutti, con conseguenti ricadute commerciali. Nell’uva, invece, le larve si nutrono del grappoli in maturazione, rompendo la buccia degli acini e agevolando l’azione dei patogeni.

Controllo e gestione

In generale, è sempre buona pratica avvalersi di materiale vivaistico certificato. Come dimostrato da diversi studi, in caso di rilevamento, si può ricorrere all’uso di trappole a feromoni. Accanto a questo, pratiche come l’aratura e la rimozione di vecchie mummie possono ridurre significativamente le popolazioni svernanti. In regime biologico, infine, sono raccomandati controlli colturali, trattamenti a base di Bacillus thuringiensis o l’impiego di prodotti fitosanitari, secondo quanto delineato nei disciplinari di produzione.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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