Gli essudati radicali secreti da olivo influiscono sulla capacità infettiva del fungo Verticillium dahliae: è quanto rende noto un recente studio condotto da un team di ricercatori presso l’Università di Cordova (UCO).
Che ci fosse una certa correlazione tra gli essudati radicali di olivo e le infezioni di V. dahliae era già stato ipotizzato in passato, ma nessuna tesi l’aveva mai confermata. Ora, invece, grazie all’attività del gruppo di ricerca del Dipartimento di Agronomia dell’Università di Cordova (DAUCO), in Spagna, l’assunto poggia su solide prove scientifiche. Attraverso lo sviluppo di un metodo di analisi in vitro, infatti, gli esperti hanno dimostrato come gli essudati delle radici di olivo inducono la germinazione dei microsclerozi di V. dahliae.
Verticillium dahliae è un fungo patogeno, agente su olivo della verticilliosi, che causa avvizzimento e morte delle piante.
Il patogeno sopravvive nel terreno, dove infetta le radici delle piante ospiti. Durante la loro crescita, le radici secernono essudati che, a loro volta, influenzano i microrganismi della rizosfera. Come è stato studiato, nel caso dell’olivo, gli essudati delle radici sono in grado di stimolare la germinazione delle strutture di resistenza di V. dahliae e, in condizioni sfavorevoli, di permettere al fungo di sopravvivere e infettare l’albero.
Dunque, il fungo infetta prima le radici e poi, muovendosi attraverso i vasi xilematici, i rami. Man mano che il patogeno infetta tutta la pianta, si ha l’ostruzione dei vasi linfatici e la conseguente necrosi di parti di pianta. Lo sviluppo della malattia e la conseguente comparsa di sintomi possono verificarsi in un range temporale compreso tra poche settimane e diversi anni.
Essudati radicali e Verticillium: lo studio
Oltre a dimostrare che gli essudati radicali influenzano la germinazione dei microsclerozi nel terreno, il team di ricerca ha analizzato anche come l’effetto di questi essudati su V. dahliae possa dipendere dalla varietà di olivo e dalla realizzazione o meno di trattamenti con prodotti di biocontrollo.
In primo luogo, il team di ricerca ha estratto gli essudati radicali di tre diverse varietà di olivo, dalla più resistente alla malattia (cv Frantoio) a quella con suscettibilità intermedia (cv Arbequina) e quella più suscettibile (cv Picual). Durante lo studio il team ha verificato come gli essudati della varietà più resistente non hanno indotto la germinazione dei microsclerozi del fungo, al contrario di quelli delle varietà più suscettibili.
In secondo luogo, il team ha esaminato come gli agenti di controllo biologico possono alterare la funzione degli essudati. Se gli essudati della varietà Frantoio non inducevano o riducevano significativamente la germinazione dei microsclerozi grazie alle caratteristiche intrinseche alla varietà, quelli delle cv Picual e Arbequina trattate con prodotti di biocontrollo riducevano significativamente la vitalità delle strutture di V. dahliae.
I risultati hanno quindi suggerito come l’uso di agenti di biocontrollo possa modulare l’effetto degli essudati delle varietà più suscettibili e diminuire la capacità infettiva del patogeno.
Lo studio ha inoltre consentito di compiere un ulteriore passo avanti nello studio della verticilliosi e dei processi coinvolti nella diffusione della malattia. Come rilasciato da Antonio Trapero – ricercatore che ha preso parte allo studio – “il modo migliore per implementare misure di controllo razionali contro i patogeni delle colture è comprendere a fondo i meccanismi coinvolti”.
Conoscerli è dunque necessario, specialmente quando si tratta di funghi come il Verticillium che destano grandi preoccupazioni tra i produttori. In tal senso, la conoscenza unita alla possibilità di impiegare agenti di biocontrollo consente di ampliare i margini di difesa e le buone pratiche agronomiche in campo.
Silvia Seripierri
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