Stress idrici controllati rendono i frutti meno attrattivi per la mosca dell’olivo: è quanto dimostrato da prove condotte in Toscana, presso l’Azienda Podere Vignanova, a Castagneto Carducci (Li).
La mosca dell’olivo – nome scientifico Bactrocera Oleae – è un pericoloso fitofago presente pressoché in tutti gli areali olivicoli, dove causa ingenti danni alle produzioni sia da un punto di vista qualitativo, che quantitativo.
La prima fase di ovideposizione delle uova della mosca avviene nelle piccole olive, nel periodo che va da giugno a fine luglio. L’insetto, grazie al suo stiletto, inserisce le uova nella drupa. A schiusura dell’uovo, che dipende dalle condizioni ambientali, la larva fuoriesce e si sviluppa a carico del frutto.
La difesa dell’olivo dalla mosca, in seguito all’addio al dimetoato, richiede un approccio di tipo preventivo che mira a ostacolare l’ovideposizione.
Ѐ noto che l’attacco del polifago dipenda da diversi fattori: colore, odore e consistenza sono le caratteristiche che la mosca valuta nella selezione dei frutti.
Per questa ragione l’irrigazione può giocare un ruolo chiave nella difesa: stress idrici possono comportare un avvizzimento delle olive che le rende poco attrattive per la mosca dell’olivo.
L’induzione di stress idrici controllati in periodi di forte pressione del fitofago, ad esempio nei mesi di luglio, settembre e ottobre, comporta una perdita di turgidità del frutto. Questo, tra l’altro, rende difficile la deposizione delle uova nel frutto.
“Sfruttando lo stress idrico controllato, utilizzando le polveri di roccia e le trappole di cattura massale, lo scorso anno siamo riusciti a ottenere ottime produzioni, pari a 150 quintali di olive a ettaro, con una resa intorno al 16% e un’acidità libera che in certe partite è stata pari a zero”, si legge in una nota di Marco Falzo, titolare dell’Azienda Agricola Podere Vignanova.
I risultati delle prove condotte presso l’Azienda Agricola Podere Vignanova hanno così dimostrato l’efficienza di stress idrici controllati come strumento di difesa per la mosca dell’olivo.
Ѐ evidente, però, che questa metodologia sia valida soltanto in casi in cui la stagione si presenti avara di precipitazioni; in caso contrario, sarà dunque pressoché impossibile indurre stress idrici.
A cura di Tiziana Anelli
© fruitjournal.com